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Imperatrice Bruno

 

Extrareale

 

Se gli alieni ci rubassero i sentimenti, cosa si ritroverebbero concretamente in mano? In un’epoca segnata da conflitti diffusi, ha ancora senso scrivere un libro di poesie d’amore? E quale posizione assume, di fronte a questo, l’artista occidentale?

Esiste un senso di colpa più grande di non riuscire a tenere in vita la piantina del basilico di mamma o di non riuscire a far sbocciare nel proprio grembo un nuovo bocciolo?

Un libro che indica allo sguardo del lettore un luogo di verità, senza svelarla, che unifica l’esperienza del vivere e del morire al di fuori di una sequenza lineare, con un linguaggio di corpo, di pancia, di intuizioni urgenti all’oggi.

Extra come l’oltre, extra come il super.

 

Imperatrice Bruno (Ariano Irpino, 2001) ha pubblicato con la Nulla Die Caratteri Interi (2021) e Volontà nobili (2022) vincitore del Premio San Vito al Tagliamento Giovani Poeti 2023. Nel 2024 pubblica Materia Verticale, menzione speciale al Premio Camaiore.

I suoi testi sono stati tradotti in diverse lingue e presentati su riviste di rilievo, tra cui Poesia Crocetti e Gradiva International Journal of Italian Poetry.

Ha tradotto Anne Carson e Bhanu Kapil per Biblion edizioni.

Imperatrice Bruno /Extrareale

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  • a)
    Piacevi a mia madre, diceva
    che saremmo stati incredibili sull’altare
    che avremmo fatto dei bambini bellissimi;
    è durata quanto basta a scambiarci le ossa,
    a contemplare il miracolo dei corpi mammiferi
    che non si arrendono alla guerra, al crollo
    degli alleati, all’acqua che scarseggia, come per
    dire che la vita ovunque risorge e combatte
    per il suo diritto di spodestare le congetture
    sistematiche, planimetrie inventate- parola
    che si moltiplica e prende tutto
    quando è vera. C’era la luna degli esploratori
    dello Yucatan quando hai fatto le valigie e
    mi hai detto non cercarmi più.

     

    b)
    Lo strappo
    è solo un quaderno che si sfoglia e che si può
    dimenticare nelle vie d’uscita d’emergenza,
    il rischio è inciampare. Il punto è:
    essere in grado di sostenere
    il baricentro del proprio mondo.

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