A + La cronologia degli sguardi
Francesca Gironi
A
15x18 cm
132 pagine
poesie + prose, con 13 foto di Francesca Tilio
copertina soft touch
A come origine, prima lettera dell’alfabeto e desinenza femminile. A lettera magnetica, Aleph lettera muta, dal silenzio dell’isolamento alle prime consonanti pronunciate da una bambina appena nata. A lei e a ogni bambina, consegniamo il mondo attraverso il linguaggio con le sue storture e le sue meraviglie, con i suoi sipari e il sovraffollamento dei suoi oggetti. In questo gigantesco mercimondo, la persona che dice io immagina di parlare con una bambina distante, poi con una macchina, con un’assistente vocale, con un robot umanoide e con un chatbot, a cui delega il compito di creare una persona utopica. Infine viene parlata: dai testi automatizzati delle notifiche, dalla retorica dei discorsi del potere, dalle notizie di cronaca alla radio, in una sovrapposizione di discorsi e rituali quotidiani in cui nascita e catastrofi coesistono e accadono allo stesso tempo. Il libro raccoglie poesie, dialoghi, prose, stringhe di programmazione e testi delle performance degli ultimi anni di attività della poeta e performer Francesca Gironi.
Francesca Gironi è nata ad Ancona, dove lavora nell’editoria. Poeta e performer, ha pubblicato due raccolte di poesie: Il diretto interessato (Marco Saya Editore 2021, Premio Bologna in Lettere) e Abbattere i costi (Miraggi 2016). Dal 2016 porta in scena le sue performance di poesia in locali, club, teatri, musei in Italia e all’estero. Come danzatrice e coreografa è stata ospite di festival di arti performative e residenze artistiche esplorando l’ibridazione dei linguaggi.
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Teresa Priano
La cronologia degli sguardi
15x18 cm
110 pagine
poesie + prose, con illustrazioni di Camilla Acquilino e di G. Re, e una fotografia di Ornella Trespidi
copertina soft touch
La cronologia degli sguardi raccoglie ciò su cui gli occhi si possono posare, per davvero o per finta: ossa, strade, schiene, case, preghiere, crepe, scavi, centimetri di pelle, formiche, presenti inesistenti, passati e futuri visti da lontano, incanti, pianti, sedie di plastica bianche.Un viaggio nel tempo che si allunga come l'orlo di un mondo visto perché vero e vero perché inventato, che sempre continua dietro le palpebre.
Teresa Priano vive tra Torino e Genova. Lì e in altri luoghi danza e scrive. Ha studiato filosofia e si è formata come interprete e autrice tra Italia e Portogallo.Nella sua ricerca indaga gli intrecci possibili tra parola poetica e gesto corporeo, esplorando la moltiplicazione dei punti di vista in una stratificazione di linguaggi artistici. Tra i suoi lavori autoriali per la scena Solo mentre ti attraverso (Fondazione Mario Merz, 2023) e Posso solo dire che esisto, co-creazione con Dario Pruonto (Teatro Piccolo di Milano, 2024). La cronologia degli sguardi è il suo primo libro.
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A + La cronologia degli sguardi
da A:
Hai scoperto il blu pavone
sei nello strabilio
la zebra ha perso ogni forza d’attrazione
ti sporgi per toccare, meraviglia floreale
estasi di suoni saliva e guai
a distrarti dal colore.
Sei nata femmina, stella marina.
Non esistono alternative
in caso di pioggia non sarai
dispensata dalla lotta.____
da La cronologia degli sguardi:
Il tempo del buio del niente
Facciamo finta che sei mia figlia
e io ti devo addormentare e dare da mangiare,
e per farti riposare dico:
facciamo finta che non esiste niente,
che non è successo niente, bambina, che ancora
non esistono le case, i cinema, l'olio d'oliva,
non esistono le righe gialle dei binari, i vetri delle auto, le luci.
Facciamo finta che ancora debbano arrivare
i soldatini di plastica, gli ombrelli e le matite,
ancora dio, le scritte sulle maglie, il colera,
le catenine d’oro, le cartoline al mare e i meli.
Facciamo finta che siamo nel buio del niente, ora,
e dobbiamo uscire a raccogliere le cose,
le cose che si raccoglievano al tempo del buio del niente
(sono scritte sul libro delle elementari a pagina 32, 33,
io adesso non te le so dire bene).Facciamo finta che qui dove abitiamo
non esistono la storia, la guerra, il pane,
non esistono le rane, le foglie, i chiodi nei palmi delle mani.
Facciamo finta che sei mia figlia e che esisterai,
se poi esisterai davvero: bene,
leggerai queste parole e riderai di me.
Se non esisterai,
se non esisterai,
sarai come l'olio d'oliva e i meli ai tempi del buio del niente,
e io non lo saprò, che dovevi esistere anche tu,
e tu, con i tuoi occhi scuri,
ugualmente riderai di me.